IL RITORNO ALLA TERRA

di Redazione

VenerdA� sera siamo andati a Magnano a raccontare come stiamo giocando con la terra, abbiamo sentito l’esperienza di Benito Favaro sindaco di Piverone e produttore di Erbaluce e quella di Michele Maffeo della condotta di Slow Food di Biella, padre di un neo pastore.

Oggi, domenica 19 maggio, andiamo alla CittA� dell’arte a sentire e a prendere contatti con chi nel Biellese sta tornando alla terra.

Vi racconteremo meglio di tutto questo, di come sempre piA? persone si sporcano le mani per tracciare vie di uscita alla crisi recuperando terra fertile, ma anche di come noi Semi ce le stiamo giA� sporcando.

Intanto vi proponiamo la lettura di parti dell’articolo che A? stato pubblicato da Varieventuali, bisettimanale di Ivrea e dintorni, la scorsa settimana.

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IL TERZO PARADISO

In meno di un mese si susseguono almeno 4 incontri per tornare alla terra tra Ivrea e Biella. I ragazzi di Agraria di Torino che con i profughi prendono in gestione i meleti a Maglione, quelli dei Semi di Serra che progettano una mensa a km 0 a Roppolo e lo raccontano a Salviamo il paesaggio a Sala Biellese, la��Agenzia della Serra che a Mongrando venerdA� 17 maggio riunirA� intorno a un tavolo istituzioni e cittadini per tornare agricoltori e, infine, la fondazione Pistoletto cha alla CittA� della��arte di Biella farA� del ritorno alla terra la sua proposta per il Terzo Paradiso.

a�?Il progetto del Terzo Paradiso consiste nel condurre la��artificio, cioA? la scienza, la tecnologia, la��arte, la cultura e la politica a restituire vita alla Terra, congiuntamente all’impegno di rifondare i comuni principi e comportamenti etici, in quanto da questi dipende l’effettiva riuscita di tale obiettivo.a�? CosA� spiega Michelangelo Pistoletto che con la sua fondazione convoca associazioni, cooperative sociali e cittadini che si stanno occupando di orti e di ritorno alla terra nel Biellese. La��appuntamento A? per domenica 19 maggio dalle 9.30 fino alle 23.00 alla CittA� della��arte a Biella – www.cittadellarte.it/leteatbi – in via Serralunga 27.
E restituire la vita alla terra A? proprio la��obiettivo dei ragazzi di Agraria di Torino e dei profughi del Ritz che a Maglione stanno lavorando in tre meleti abbandonati di proprietA� della Diocesi di Ivrea. La sera del 3 maggio scorso ca��erano almeno 60 persone a sentire la presentazione di questo progetto che vede coinvolti i ragazzi della��Associazione Piantiamola, alcuni profughi riuniti in a�?Noi quelli del Ritza��, il Comune di Maglione e il Gruppo da��acquisto solidale di Ivrea Ecoredia.
Ea�� proprio il superamento di quella contrapposizione tra salvaguardia della��ambiente e diritto al lavoro che ha caratterizzato buona parte degli ultimi decenni che ci colpisce.
Sta invece maturando la consapevolezza di un cambio di paradigma in cui la salvaguardia del territorio, e quindi anche il ritorno alla terra, si debba coniugare con la creazione di nuova occupazione.
a�?Non siamo una particolaritA�a�? dice Elisa che da poco ha finito di potare i meli dei frutteti della Diocesi a Maglione a�? perchA� in giro per la��Europa ci sono molti giovani che stanno tornando a lavorare la terra. Ci siamo laureati alla facoltA� di agraria, ma vogliamo provare il lato pratico. Per questo abbiamo costituito la��Associazione Piantiamola per trovare terreni incolti. A Maglione abbiamo trovato una��accoglienza molto attentaa�? Effettivamente tra le persone presenti nel salone polifunzionale si riconoscevano parecchi contadini del paese, che stanno aiutando e sostenendo i ragazzi e gli immigrati nel lavoro al frutteto. Anche Ecoredia ha scelto di aiutare concretamente il lavoro nei campi di Maglione lanciando una campagna di prefinanziamento della produzione di mele, a�?Adotta un alberoa�?, per la raccolta delle risorse finanziarie necessarie per avviare il progetto. Lo stesso Istituto Diocesano ha destinato un contributo economico per impiegare due dei profughi del Ritz nei lavori del frutteto al fianco dei giovani.
Questo incontro tra salvaguardia del territorio e opportunitA� di lavoro A? stato il filo conduttore della��incontro che si A? svolto a Sala Biellese presso Andirivieni il 21 aprile scorso. Era la giornata della Marcia per la Terra promossa da Salviamo il paesaggio e tra Biellese e Canavese A? stato organizzato un incontro per fare della��agricoltura una��opportunitA� di lavoro e di salvaguardia della��ambiente. Pancrazio Bertaccini dei Semi di Serra ha spiegato come a Roppolo vogliano rafforzare le mense delle scuole del paese costruendo la��opportunitA� di forniture per gli agricoltori locali. Con a�?Semensaa�� verranno individuate infatti le esigenze di forniture di cibo delle scuole di Roppolo e Viverone e verificata la possibilitA� attuale degli agricoltori locali di usarle come opportunitA�. Verranno anche censiti i terreni incolti del paese e avviata una cooperativa per lavorarli, usando le forniture delle mense come volano. Non A? stato nascosto che, rimanendo nella logica della��agricoltura intensiva e della grande distribuzione, questo cambio di paradigma non A? possibile. Ca��A? bisogno di un cambiamento sia della filiera che della modalitA� di formazione dei prezzi. La��agricoltore A? ora strozzato dalla��imposizione dei prezzi di mercato, che non riconoscono il suo lavoro e lo spingono verso il produrre sempre di piA? a scapito del rispetto della terra. Molti contadini stanno tornando infatti alla vendita diretta, vecchia pratica che consente di sganciarsi almeno in parte da questi meccanismi. Ca��A? bisogno, cosA� come mostra Maglione e la storia del frutteto, di una��alleanza tra produttori e consumatori che faccia di queste esperienze non dei casi isolati, ma un nuovo sistema.
E di questa possibilitA� si parlerA� anche a Magnano, venerdA� 17 maggio, alle 21.00 presso la Chiesa di Santa Marta. La��Agenzia della Serra e il Comune di Magnano hanno invitato il sindaco di Piverone, i Semi di Serra e Slow food a parlare di come diventare a�?Di nuovo agricoltoria�� . Verificheremo in quella serata se questa strada puA? essere il modo di riscoprire la collina della Serra, i suoi paesi e le sue terre semi abbandonate.
Se tre indizi fanno una prova, quattro appuntamenti sul ritorno alla terra in una��area circoscritta tra Anfiteatro morenico e Biellese fanno una concreta ipotesi di lavoro comune.
La��abbandono della terra, il suo depauperamento e la disoccupazione endemica sono fenomeni sociali che noi italiani conosciamo bene. Per un secolo e mezzo abbiamo straparlato di a�?Questione meridionalea��, cercando (in buona o malafede) di risolverla portando lA� industria e lavori pubblici. Non A? mai stata valorizzata la risorsa piA? ricca che il sud ha: la��agricoltura. Ora che si sta palesando una enorme a�?Questione meridionalea�� di tutto il sud Europa non possiamo cascare nei medesimi tranelli. Specie in una fase recessiva in cui diventa ridicolo propagandare il mito della crescita.

Dopo due generazioni di abbandono non sarA� facile, ma ce la possiamo fare.

Ettore Macchieraldo

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